XXXIII DOMENICA "PER ANNUM" . 19 novembre

a cura di don Giuseppe

PRIMA LETTURA. Proverbi 31,10-13.19-20.30-31

Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Essa gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Stende la sua mano alla conocchia e mena il fuso con le dita. Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero. Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Datele del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della città.

 

Il libro dei Proverbi si chiude con un poemetto alfabetico (cfr. 31,10-3 1) che canta le lodi della buona padrona di casa e la gioia di cui essa sa riempire il suo ambiente domestico. Chi è questa donna forte lodata in questa lettura? Diverse sono le interpretazioni. Per alcuni, forse siamo di fronte a una brava e fedele sposa e madre, di cui lo sposo e i figli scoprono il fascino irresistibile; per altri, abbiamo forse il simbolo personificato del popolo d’Israele, che con il suo quotidiano lavoro e la sua rinnovata fedeltà rende omaggio a Dio suo sposo; per altri ancora, il testo ci presenta il ritratto della sapienza, di cui questa donna-simbolo trova la sua dimora nella parola di Dio.

A chiunque si debba riferire il testo biblico, l’autore mette anche in evidenza le qualità essenziali della grandezza femminile della donna, che sono: il lavoro fonte di benessere, la buona amministrazione (vv. 13-19), la carità verso i bisognosi e i poveri (v. 20), l’uso della lingua fatta con modestia, saggezza e amore verso tutti (v. 26). Per questo, la donna perfetta, dal suo focolare, diffonde la felicità con chiunque. Il marito gode presso di lei, nella sicurezza e nel riposo, e beneficia dei suoi consigli e incoraggiamenti. I figli possono lodarla e testimoniarne la saggezza e intraprendenza (vv. 27-28). La sposa o madre buona certamente arricchisce la personalità dell’uomo, sviluppandola e facendola maturare.

Il poema termina con un accenno al timore di Dio, che è superiore alla grazia naturale e alla stessa bellezza, perché è la virtù spirituale che illumina la vita intera di una madre o di una sposa.

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