Scintille / 1

mercoledì 17 febbraio 2021

 

“La vera casa dell’uomo non è una casa, è la strada. La vita stessa è un viaggio da fare a piedi”.

Bruce Chatwin

 

Credo che mai come in questo ultimo anno, abbiamo capito che le mete che ci prefiggiamo spesso sono delle tappe di un cammino perché scopo della vita non è “fare” o “avere” ma “essere”. È così che diamo senso al nostro impegno e alle nostre fatiche: cercando la bellezza che c’è in ogni uomo e donna, una bellezza dalle mille sfumature e per questo mai pienamente svelata e conosciuta.

È questo lo spirito della Quaresima: un tempo che mi viene offerto e che accolgo con fiducia come un possibile itinerario non per inventarmi qualcosa di nuovo ma per diventare sempre di più quello che sono per dono e Amore di Dio.

Buon cammino.

d. Giuseppe

 

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Scintille / 2

giovedì 18 febbraio 2021

 

“La maggior parte di noi passa troppo tempo su ciò che è attualmente urgente, e non abbastanza su ciò che è importante”.

Stephen R. Covey

 

A volte, lo sappiamo bene, è la vita che impone tempistica e modi di vivere. Magari ci si deve anche improvvisare “equilibristi” per portare avanti con genialità e frutto i doveri e le attività che ci sono proprie.

Ma ci sono sempre essere anche dei momenti in cui proprio non basta la buona volontà e tutta l’energia che abbiamo in corpo…

È in quel momento che capiamo quanto sia decisivo l’amore che ci mettiamo e fino a che punto siamo disposti a spingerci. L’amore è fatto di generosità. Tanta. A volte, guardando indietro ci sorprendiamo per come abbiamo tenuto duro…

In quel momento capiamo il valore delle scelte che facciamo e capiamo cosa è davvero più importante nella vita per cui spenderci.

Con qualche cicatrice od ossa rotte in più, ci rendiamo conto di essere vivi e che senza amore la nostra vita sarebbe stata di una banalità assurda.

Buona notte.

d. Giuseppe

 

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Scintille / 3

venerdì 19 febbraio 2021

 

“La quaresima porta con sé un abito penitenziale, fatto di serietà e di severità. Eppure la metánoia, il vocabolo greco tradotto spesso con “penitenza”, in realtà significa “conversione della mente”, quindi un mutamento certo non indolore, ma per una nuova serenità e lievità dello spirito”.

card. Gianfranco Ravasi

 

Preghiera… digiuno… elemosina… dal tesoro della spiritualità cristiana ci vengono continuamente ricordati come capisaldi di un autentico cammino. Ci stanno stretti? Sono poco attraenti?

Dai vangeli sappiamo che Gesù, davanti alla prospettiva della croce, da vero uomo ha maturato il suo “sì” pieno e convinto solo standosene solo, cuore a cuore col Padre, anzi… col paparino (=Abbà).

Non mi devo stupire se faccio fatica… amore e sacrificio sono spesso facce della stessa medaglia. Ma i loro frutti sono quelli che restano in eterno. Così, ogni movimento del cuore, della mente o del corpo che mi fa fare un passo sul sentiero indicato dalla Parola, mi fa toccare con mano il Regno di Dio che si sta espandendo in tutto l’universo. Anche nella mia vita.

Buona notte.

d. Giuseppe

 

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Scintille / 4

lunedì 22 febbraio 2021

 

“Se cammino, vivo”.

 

Era il 21 marzo del 2018, equinozio di primavera, e mi accingevo ad aprire la chiesetta di S. Massimo per farla visitare ad un pellegrino proveniente da Tarvisio.

Il suo nome è Andrea Spinelli. È un giornalista e scrittore, (seppi poi che pubblicò alcuni libri moto interessanti) e aveva saputo di S. Massimo da un comune amico, don Raimondo Sinibaldi della diocesi di Vicenza e sostenitore della Romea Strata, itinerario a piedi che passa anche per S. Massimo.

Mi confessò che da qualche tempo gli era stato diagnosticato un cancro al pancreas non operabile. Sottoposto ad alcuni cicli di chemioterapia che lo debilitarono parecchio e ricuperato un minimo di forze, decise di realizzare un sogno cullato per anni: percorrere i sentieri della fede che portano alla ricerca di se stessi attraverso luoghi di vera meditazione. Nonostante il male non se ne sia andato e ogni tanto si deve sottoporre a terapie, affronta i percorsi dai più brevi ai più impegnativi come l’intera Via Francigena fino a Santiago de Compostela e poi oltre arrivando a Finis Terrae sull’oceano Atlantico.

“Ti confesso - mi disse - camminare mi ha convinto a creare il mio motto: SE CAMMINO VIVO”.

Un motto che mi ha molto colpito e rimane costantemente nel mio pensiero. Andrea lo ha coniato per non dimenticarsi che tutto ciò che viviamo fa parte della vita: “Non sono un guerriero, ma neanche una vittima” dice. “Sono stato un bambino vivace, un ragazzino vivace, un uomo vivace, adesso il cancro vuole frenarmi ma io sono diventato un malato vivace”.

Pino

 

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Scintille / 5

martedì 23 febbraio 2021

 

“è stato l’orgoglio che ha trasformato gli angeli in diavoli e l’umiltà che rende gli uomini uguali agli angeli”.

s. Agostino

 

Talvolta ci capita di leggere di qualche attore o personaggio famoso che, dietro le quinte e lontano dai riflettori, aiuta chi è più disagiato o economicamente sfortunato. In particolare, un commento nei social ha suscitato il mio interesse: “Quest’uomo potrebbe acquistare tutto e invece ogni giorno si alza e sceglie una cosa che non si può comprare: l’umiltà”.

Questa situazione appare eccezionale e ci stupisce, in un mondo dove orgoglio ed ambizione li mettiamo anche nel cercare di indirizzare i nostri figli nelle scelte importanti per il loro futuro, come ad esempio quelle scolastiche, prospettando per loro una carriera nel mondo del lavoro o comunque di poter emergere e distinguersi. Abbiamo quasi paura che la loro vita possa essere modesta, o che possano incontrare difficoltà di ogni sorta se non saranno giudicati all’altezza dalla società.

In Gesù, il Figlio di Dio che si fa uomo e in Maria - “Eccomi, sono la serva del Signore” - l’umiltà acquista la sua massima dignità. Se sappiamo veramente accogliere l’amore che Dio ci dona e guardare a Gesù come fonte da cui attingere l’amore per Dio e per il nostro prossimo, le scelte che faremo nel percorso della nostra vita potranno essere compiute in libertà, senza paura di non essere considerati “importanti” da chi ci giudica con gli occhi e non con il cuore.

Mi piace pensare all’umiltà come consapevolezza di percorrere il proprio cammino affrancati dal peso dei massi che Dante nel Purgatorio pone sulla schiena dei superbi, lontano cioè da quelle costrizioni e quei pesi che portiamo a causa delle nostre quotidiane ambizioni, orgogli, presunzioni e arroganze.

Chiara

 

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Scintille / 6

mercoledì 24 febbraio 2021

 

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Scintille / 7

giovedì 25 febbraio 2021

 

“Ti benedica il Signore e ti protegga / il Signore faccia splendere il suo volto su di te e ti sia favorevole / Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace”.

Numeri 6,24-26

 

Questa antica benedizione appartiene ad un reperto antico ed è il frammento più antico della Bibbia che abbiamo. Molto bello e straordinario che si tratti di una benedizione, non di una norma, indicazioni o precetti ma di una benedizione. Ma cos’è una benedizione in realtà?

Un “dire - bene” a chi si vuole voler bene davvero. Perché solo augurando la benedizione e la protezione di Dio a una persona è segno che le vogliamo veramente bene; augurandole che possa incontrare il volto di Dio, solo pregando che anche Dio volga su di lei il suo sguardo e le conceda la pace. Che cosa potrebbe desiderare di più?

Questi versetti stavano particolarmente a cuore anche a S. Francesco d’Assisi, che li ha fatti diventare suoi, regalando, a chiunque glielo chiedesse, la sua benedizione: “Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace. Il Signore ti dia pace. Il Signore Benedica te, Frate Leone”.

In questo tempo di Quaresima (e non solo) impariamo anche noi a “dire - bene” alle persone che incontriamo e ad augurare loro di incontrare lo sguardo misericordioso del Padre che ci ha tanto amato da dare al mondo il suo unico figlio: Gesù.

Francesca

 

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Scintille / 8

venerdì 26 febbraio 2021

 

“Mamma c’è qualcosa che hai fatto di cui ti pentì e che non sei riuscita a sistemare”?

 

Oh sì! Un saluto mancato ad una persona che non c’è più…

Ho lasciato scorrere quel momento di vita con una disinvolta disattenzione e una spigliata inconsapevolezza. Tanto l’avrei rivista di nuovo, ci avrei parlato e soprattutto l’avrei salutata. Non è stato possibile, improvvisamente non c’era più.

È stato uno scossone, un risveglio doloroso dal torpore del mio io, di colpo ho preso coscienza di quanto fragili siamo e quanto breve possa essere la vita e quanto vuoto possa portare quando questa viene a mancare. La vita è un soffio che a volte ci porta come in un ciclone e ci allontana da qualcuno che ci era particolarmente caro.

Quando penso alla scomparsa di questa persona mi viene in mente un versetto del Salmo 103: “L’uomo come l’erba sono i suoi giorni, come il fiore del campo così egli fiorisce. Sì lo sfiora il vento ed egli scompare e il suo posto più non si trova. Ma l’amore del Signore è da sempre”.

Siamo un alito leggero e fulmineo per volere di Dio, ma la nostra fragilità contiene la felicità, la ricchezza del nostro essere e l’eternità cui un giorno arriveremo, e finalmente potremo essere abbracciati dalla Sua luce.

Samantha

 

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Scintille / 9

lunedì 1 marzo 2021

 

“La vita è un brivido che vola via e tutto un equilibrio sopra la follia”.

Vasco Rossi

 

Quante persone si interrogano sul senso della vita! La parola vita racchiude un’infinità di cose belle e brutte. È meravigliosa ma è anche una lotta e si deve accettarla…

È formata da attimi che passano brillando di luce e di gioia ma anche di attimi che segnano con dolore il nostro percorso e ci cambiano il modo di pensare e agire.

Quando ci piomba addosso l’attimo doloroso, ci demotiviamo perché pensiamo di essere senza una via d’uscita così, subito, gettiamo la spugna della speranza di reagire nel bene.

Ci sentiamo tristi, falliti e indifesi di fronte al dolore che ci affligge l’anima… Tutto ci spaventa, gli occhi vedono nero dappertutto. La mente gioca con la tentazione folle, tutto questo sembra diabolico. Forse pensiamo arrivati al punto del non ritorno.

Il dolore ci fiacca l’anima ma per sentirci liberi dobbiamo perdonare. Il perdono è un atto d’amore che rende liberi e felici sia chi lo da sia chi ha la fortuna di riceverlo.

“Tu mi insegni la via della vita”.

Salmo

Tutto questo non avviene per caso… Quando la vita ci mette davanti esperienze negative, possiamo crescere spiritualmente trovando conforto nella preghiera.

Ecco, allora, che nel cuore comincia a brillare una piccola luce di speranza e di fede. La fede è la nostra luce di vita. Il Signore si fa luce per noi, ci illumina con il suo amore e con la sua salvezza, ci dona la vita eterna.

“Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”.

Giovanni Paolo II

Questa frase la sento molto vera per ognuno di noi. Se vogliamo trovare la bellezza della vita nonostante i momenti faticosi, dobbiamo capire che Dio è IL capolavoro di vita.

Gesù ci insegna a prendere in mano la nostra vita attraverso la fede e la preghiera perché ogni opera nasce dal cuore. Partire da lì vuol dire iniziare con il piede giusto.

Michela

 

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Scintille / 10

martedì 2 marzo 2021

 

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Scintille / 11

mercoledì 3 marzo 2021

 

“… zia! … dime ciao a mi…!”

“… ma Angelo… guarda che ti ho già salutato…”

 

Chi parla è Angelo, è in carrozzina, ha pochissime capacità motorie e anche le parole che dice non sono molte… ci chiama tutti “zio” o “zia”, ma dove non riesce con le parole ci prova con tutto se stesso, fino a farsi capire…

Ma allora, perché insiste così stamattina? Lo abbiamo salutato tutti… gli abbiamo tolto giubbotto e berretto come sempre… lo abbiamo sistemato meglio sulla carrozzina… lo abbiamo accompagnato vicino agli altri compagni… insomma… davvero non dovrebbe proprio mancargli nulla…

Ogni giorno il lavoro dei miei colleghi e mio ci porta a stare vicino e prenderci cura delle persone più fragili, con tutte le gioie e le difficoltà che questo comporta. La difficoltà più grande, a mio avviso, è che, con il passare degli anni, si corra il rischio di compiere azioni quasi in modo meccanico, concentrandosi quasi esclusivamente agli aspetti della cura della persona (igiene, postura, alimentazione, ecc...) a scapito, qualche volta, della relazione umana.

Signore, quante volte ci scopriamo tutti indaffarati e a testa bassa a dare importanza all’aspetto pratico, a organizzare, a voler fare sempre di più e soprattutto a non fermarci mai!

Siamo come Marta che ci preoccupiamo così tanto che sia tutto perfetto per il nostro ospite che quasi non ci curiamo di lui…

E tu, paziente, ci osservi e attendi il momento in cui il nostro cuore finalmente torna a sentire la tua mancanza, ad avere nostalgia di te, ad accorgerci che avevamo, nuovamente, sbagliato direzione. Quel cuore che a forza di affaccendarsi e preoccuparsi della forma si era quasi seccato e indurito.

Ma tu, Gesù ci richiami a dissetarci ed è proprio così che riscopriamo l’importanza di fermarci a contemplarti, che ritroviamo il nostro bisogno profondo di amarti e, attraverso te, amare ogni tuo figlio, che torniamo a dare la priorità alla sostanza.

… e allora Angelo, eccomi, hai ragione! Non ti ho salutato come volevi, ora ti guardo negli occhi e ti accolgo davvero nella mia giornata!

Lisa

 

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Scintille / 12

giovedì 4 marzo 2021

 

“L’uomo è un essere vivente unico e irripetibile”.

 

Mi è capitato recentemente di discutere con una persona e di notare che, più volte nel suo discorso, dicesse che “l’uomo è un essere vivente unico e irripetibile”.

Mi ha colpito la “convinzione” con cui ripeteva quella frase e, nello stesso tempo, pensavo a quanto poco finora ci avessi pensato io.

Anche i gemelli, infatti, per quanto all’apparenza possano sembrare uguali, identici, in realtà hanno ognuno caratteristiche e sfumature diverse, proprie di ciascuno.

E questo mi fa pensare a quanto Dio ci voglia bene e ci sia vicino perché ha scelto proprio noi, ognuno di noi, con le nostre caratteristiche e peculiarità, con le nostre fragilità ma anche con le nostre potenzialità. Non ci ha voluti standardizzati ma ci ha voluti appunto unici, irripetibili, ci ha pensati singolarmente.

Questo credo debba essere fonte di coraggio e di speranza perché dobbiamo essere consapevoli che a noi “tiene” e ci è vicino in ogni istante. Ha scelto di condividere con noi la nostra natura umana fino in fondo, fino all’estremo sacrificio di morire per la nostra salvezza.

Stefano

 

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Scintille / 13

venerdì 5 marzo 2021

 

“Se il buon ladrone è in paradiso, non dovrebbe ottenere il perdono ogni cristiano?”

Adrienne von Speyr

 

Anche in questo tempo di Quaresima la cronaca è spesso segnata da vicende di grande sofferenza: famiglie dove la mancanza di senso si tramuta in vere e proprie tragedie.

La prima reazione è di giudizio o di condanna. Grande è lo stupore e lo smarrimento per qualcosa di razionalmente incomprensibile e così si punta il dito contro chi ha fatto qualcosa che non doveva fare. Ad amplificare l’astio ci pensano i social dove compare un fiume di commenti oltremodo duri contro il “mostro” di turno.

Adrienne ci porta a considerare un atteggiamento che il Signore Gesù ha vissuto in tutta la sua esistenza terrena e che, sapientemente, ci viene proposto durante il periodo della Quaresima: la misericordia. E la misericordia non abbraccia solo i buoni e i vicini… abbraccia tutti, in particolare i più poveri, i più “in difficoltà”… è rivolta a chi è caduto più fragorosamente e ha bisogno di un surplus, appunto, di misericordia.

A volte penso a quanto ci educhi ad una “giusta” misericordia la confessione sacramentale: ci sentiamo accolti e amati proprio nei nostri peccati e nelle nostre povertà. Perché non dovremmo fare altrettanto con le miserie che incontriamo?

Ornella

 

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Scintille / 14

lunedì 8 marzo 2021

 

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Scintille / 15

martedì 9 marzo 2021

 

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Scintille / 16

mercoledì 10 marzo 2021

 

“Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”

salmo 119

 

Ci sono tante situazioni di buio che coinvolgono la nostra vita. Situazioni in cui si è spenta non solo la luce ma anche la speranza di accenderla. Una sensazione di pessimismo ci può invadere… è proprio in quei momenti di smarrimento e di incertezza che, se guardiamo bene, possiamo intravedere una scintilla accendersi.

E questo accade tutte le volte che scelgo di dire “sì” a quella situazione che non capisco, di amare e perdonare chi mi ha fatto soffrire…

Dio, in questo modo, passa con la sua luce e accende il nostro cuore che improvvisamente diventa visibile come un fiammifero acceso nell’oscurità.

Ecco, mia nonna diceva che Dio chiede anche le mie mani per accendere quel fiammifero! Il Signore tiene conto di ogni piccolo gesto che facciamo per amore e che ai suoi occhi non è mai piccolo: è il contributo che possiamo offrire per costruire un mondo migliore.

Uno sguardo, un sorriso, una preghiera detta con semplicità… possono davvero riportare il sole là dove tutto sembrava tenebra.

Per ciascuno oggi è possibile regalare luce: basta accendere e far risplendere l’amore che Dio ha effuso nel nostro cuore sapendo di non essere mai soli!

Oriana

 

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Scintille / 17

giovedì 11 marzo 2021

 

“… ma poi ci incontriamo ancora vero?!!”

 

La mia riflessione parte da questa frase, parole di un ragazzo di 14 anni che vede concludersi il suo percorso di catechismo, consapevole che sta affrontando un grande cambiamento nella sua vita, sta diventando grande. È il tempo in cui rielabora l’immagine di Gesù acquisita da bambino verso una maturità umana e cristiana e in questa fase delicata chiede di non essere lasciato solo.

Questo ragazzo mi fa capire che lontani da Gesù e dalla comunità rischiamo di perderci, di ripiegarci solo su noi stessi e di cadere quindi nello scoraggiamento, nella tristezza e anche nella disperazione. L’incontro con Gesù invece ha trasformato la sua vita e ora vuole puntare ad un progetto autentico.

Questa frase quindi ci deve scuotere, ci dà speranza, energia nuova e conferme in questo periodo storico caratterizzato dall’incertezza e dal venir meno di tante sicurezze.

È un punto di partenza per tutti noi, comunità cristiana, che dobbiamo offrire la nostra testimonianza in modo significativo su come esprimere, celebrare e vivere la fede con la certezza che Dio è vivo ed è presente in mezzo a noi.

Aiutare gli adolescenti in questo passaggio delicato è porre le fondamenta per una solida maturità nella fede e assicurare alle nostre comunità nuove generazioni di testimoni di Gesù.

Lo sforzo di tutti, pertanto, è quello di curare le relazioni che tengono viva la nostra comunità, terreno fertile per la Parola di Dio che nutre e arricchisce la nostra fede. In particolare quelle con i nostri ragazzi che in questo periodo sono stati penalizzati nella costruzione di rapporti concreti.

Come ha scritto il nostro Vescovo Michele: “La cura delle relazioni ci permette di essere umani, di umanizzare la nostra vita, di darle colore, consistenza, bellezza. Soltanto all’interno delle nostre relazioni noi veniamo salvati dall’amore di Dio”.

Raffaella

 

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Scintille / 18

 

venerdì 12 marzo 2021

Rischiare

 

“Il rischio è bellodiceva l’immortale filosofo Platone. Eppure la società̀ in cui siamo immersi cerca di fare di tutto per prevedere e – se possibile – azzerare ogni rischio. Il principio di precauzione sembra diventato il faro che guida il nostro tempo.

Eppure la pandemia in corso, un evento da pochissimi previsto, ci ha fatto fare i conti con quel qualcosa di imponderabile e imprevedibile che mette in discussione le nostre certezze e i tentativi di “addomesticare” gli eventi, di essere – e considerarci – veri padroni del mondo e della vita.

Il filosofo danese Kierkegaard diceva che tutta la nostra vita è caratterizzata dalla categoria della possibilità̀, dell’incertezza, del rischio: “nel possibile tutto è possibile”, la minaccia dell’insuccesso, dello scacco, del nulla è dietro ogni angolo.

Il poeta Rudyard Kipling invita a rischiare, rilanciare, pur consapevoli dei tormenti e delle speranze che accompagnano i nostri sonni inquieti e le più̀ recondite ossessioni. Il rischio riattiva la libertà di decidere, apre una linea d’orizzonte nuova e trova una dimensione del tempo non più̀ schiava del controllo e della dipendenza.

A forza di voler proteggere troppo questa vita, finiamo per perderla. Prendersi il rischio della libertà interiore è prendersi il rischio di amare e di amarsi, di assaporare la vita come un dono quotidiano e aperto all’incognito, all’insperato. Anche il Vangelo ci invita ad avere coraggio e buttarci nel Suo nome: “Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà̀; ma chi perderà̀ la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà̀”.

Emilio

 

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Scintille / 19

lunedì 15 marzo 2021

 

“Prendimi per mano Dio mio guidami nel mondo a modo tuo…”

 

Questo inizio di ritornello, mi ha sempre colpito, perché racconta uno dei gesti che facciamo più frequentemente nella vita.

Prendiamo per mano un bambino, un anziano, un malato. Accompagniamo qualcuno in situazioni che altrimenti sarebbero per lui difficili e chi ci dà la mano si fida e si affida a noi. Chi ci dà la mano è felice di farsi aiutare e ci trasmette tenerezza, amore.

E ci facciamo prendere per mano, per esempio dall’innamorato… e quanto desideriamo quel gesto e quanto ci fa sentire al sicuro quella mano!

Ecco, penso che la Quaresima sia un tempo in cui dobbiamo chiederci se riusciamo a farci prendere per mano da Dio, se ci fidiamo e affidiamo fiduciosi a Lui.

È un tempo che può essere inizio per vivere le vicissitudini quotidiane mettendo da parte la convinzione di essere soli e di dover affrontare i problemi e i momenti di fatica contando solo nelle nostre forze.

Sono sicura che Gesù è in attesa della nostra mano e aspetta che noi siamo pronti.

Quindi Signore, prendimi per mano e guidami a modo tuo, mi fido di te, anche quando la strada è dura.

Antonella Ba.

 

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Scintille / 20

martedì 16 marzo 2021

 

“Le strade son piene da un’ora

di gente che corre e ha paura

che possa arrivare

in questo momento

la fine del mondo…”

 

Così cantano i Negramaro in una delle loro ultime canzoni e a me pare proprio la fotografia di questi ultimi anni, di noi alla ricerca disperata di tutto e di niente.

Purtroppo da un anno a questa parte ci siamo abituati ad avere l’aggiornamento in tempo reale della tragedia che si sta consumando.

In questi giorni al lavoro abbiamo festeggiato virtualmente la nascita di quattro bambini. Vedere le loro foto è una vera medicina per il cuore, il loro sorriso contagioso è un virus positivo anche per il nostro umore.

Mai come in questo periodo abbiamo bisogno di sapere che in questo mondo messo sottosopra ci sono famiglie che quest’anno hanno perché hanno vissuto il bellissimo dono della nuova vita di un figlio che ha cambiato la loro vita.

Ecco perché, secondo me, questo periodo che ci viene donato può essere veramente un ritrovare tutto ciò che abbiamo smarrito per strada in questi anni. Sì, è un cambiamento difficile, ma con l’aiuto della Parola e della Preghiera possiamo riuscirci. Lo dobbiamo ai nostri figli, hanno bisogno di crescere in un mondo migliore.

Anche in Giovanni 16,33 Gesù ci avverte: “Voi avrete tribolazioni, nel mondo. Ma fatevi coraggio: io ho vinto il mondo”.

È la seconda Quaresima che viviamo in modo anomalo ma Lui ci accompagna. Cerchiamo di riscoprirlo nelle cose piccole e belle che la vita ci riserva.

Buon cammino.

Monia

 

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Scintille / 21

mercoledì 17 marzo 2021

 

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Scintille / 22

giovedì 18 marzo 2021

 

 “Laudato sii, mi’ Signore…”

san Francesco di Assisi

 

In questo tempo di primavera dove la natura rinasce con i suoi colori e profumi, mi viene in mente il Cantico delle Creature di san Francesco che, tra l’altro, è il titolo dell’enciclica di papa Francesco con cui ci invita ad avere cura della “casa comune”, la terra con tutte le sue creature.

E penso a quanto, a volte, do per scontata la natura che mi circonda e di quanta poca cura abbiamo di lei; di quanto la… deturpiamo e maltrattiamo.

Ma la natura, incurante, dopo ogni inverno, ricomincia il suo cammino di speranza, che non è un sinonimo di ottimismo o di un “andrà tutto bene”, ma è la certezza che c’è un senso in tutto ciò che accade.

Spesso essere uomini o donne di speranza non è facile, non è immediato trovare un senso a ciò che ci capita; da soli è quasi impossibile, per questo bisogna avere fede in Colui che può anche l’impossibile e ce lo dimostra nei prodigi della natura, traccia viva della Sua presenza in mezzo a noi.

Ogni anno la creazione ripete il miracolo di passare dalla morte (apparente) alla vita (reale). Ogni cosa del Creato ci parla del nostro Creatore. Ci parla di un Dio vivo in ogni creatura, di un Padre che ci dona la bellezza dell’universo, di un Gesù, Figlio di Dio, che ci ama e che ci chiede di amarlo nel mondo e nelle creature che lo abitano.

Natalina

 

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Scintille / 23

venerdì 19 marzo 2021

 

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Scintille / 24

lunedì 22 marzo 2021

 

Attesa

 

Attesa è una parola che a me fa molto pensare e riflettere…

Può essere grande o piccola e può significare tante cose: una visita… una nascita… un evento... una risposta... un compito... una lettera… una notizia… un esame…

E non ha a che fare solo col periodo di Quaresima o di Avvento ma con ogni nostro giorno.

A me capita ancora oggi di sentirmi a disagio di fronte alle “attese” che si possono presentare nella vita, così comincio a pregare ricordando a me stessa che “Con te, Gesù, mi sento di affrontare con più calma e serenità quello che sta per arrivare…”.

Lo penso e lo spero per ciascuno di noi perché solo Dio ci dona il suo Amore giorno per giorno per vivere in questo mondo così strano.

Credo che tutti noi vogliamo e desideriamo specialmente di attendere qualcosa di positivo perché siamo circondati da tante fatiche e negatività. Saper attendere bene vuol dire anche pensare al futuro pieni di speranza e di fiducia che, appunto, solo con il Signore è un futuro di luce e di pace.

Antonella G.

 

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Scintille / 25

martedì 23 marzo 2021

 

“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.

 

Penso spesso a come questo passo evangelico, che è il fulcro del messaggio di Gesù, dovrebbe guidare i nostri passi di cristiani consapevoli dell’Amore di Dio che ci è donato. Proprio questa consapevolezza di un Amore ricevuto, ci aiuta a “riversarlo” al nostro prossimo, direi proprio a… tutta l’umanità, in modo incondizionato e senza riserva alcuna.

Come questo si realizzerà magari non lo vedremo nei modi o nei tempi a noi comprensibili, ma una certezza la dobbiamo avere: chi apre il suo cuore all’amore per il Signore non potrà che essere portatore di bene e di pace nelle sue azioni.

Dio che ci accompagna in questo - a volte difficile - cammino e ci da, giorno dopo giorno, coscienza del vero senso del nostro esistere per sentirci uomini e donne amati dal Signore.

Dante

 

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Scintille / 26

mercoledì 24 marzo 2021

 

“Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere…”

Deuteronomio 4,2a

 

1936 - 2021

85° anniversario della Parrocchia di Abbazia Pisani

 

Carissimi Abatini e Abatine,

la solennità dell’Annunciazione che celebriamo ogni anno il 25 marzo, segna per noi anche questo importante anniversario.

Oggi più che mai è importante la memoria dei passi compiuti. L’attuale situazione pandemica ci sta mettendo alla prova sotto tanti aspetti fisici, psichici e spirituali.

L’augurio è di avere sempre coscienza del dono che è per ciascuno la parrocchia di appartenenza, che il Signore ci dona “…per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore…” (Dt 8,3b).

Tale coscienza ci permette quella disponibilità all’accoglienza dei suoi doni che, sparsi lungo il nostro cammino personale e comunitario, rendono possibili la santità e la bellezza della vita in questo mondo e il desiderio di un compimento pieno ed eterno della nostra esistenza.

Preghiamo perché la Parrocchia continui ad essere fucina di attività ed esperienze scaturite dall’ascolto cristiano della sua Parola e dalla condivisione della fede e che siamo chiamato a portare in tutti gli ambienti di vita, dalla famiglia alla scuola, dal lavoro al tempo libero, dallo sport al sociale.

Stasera, nella semplicità della santa Messa, il ricordo per ciascuno di voi e le vostre famiglie. Continui lo Spirito ad infondere in ciascuno quella santa resilienza che ci permette di continuare un cammino in questi giorni difficili, certi che la presenza di Dio è stabile ed immutabile nei secoli.

Buon cammino a tutti. Vi benedico,

don Giuseppe

 

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Scintille / 27

giovedì 25 marzo 2021

Annunciazione del Signore

 

Cosa posso fare davanti ad un uomo alla fine della vita? 

 

Per la mia professione di medico, mi trovo spesso di fronte all’aggravarsi di malattie croniche o per improvvisi eventi acuti senza possibilità terapeutiche.

È mio dovere accompagnare il malato alleviando sofferenza, angoscia, fame d’aria, agitazione, fino all’ultimo respiro e all’ultimo battito del cuore. 

In questa attesa, seguiamo in equipe la persona, senza i propri cari vicini, e cerchiamo per quanto possibile di dare dignità e serenità nel finire della vita terrena. Parlo con i familiari, li informo e cerco di rasserenare e dare speranza. Provo compassione. Ma se toccasse a me? Perché compatire non è viverla sul proprio corpo. 

 

Cosa hai vissuto tu Gesù sul tuo corpo?

 

Quali atroci torture e violenze sul tuo corpo e la tua anima, Gesù, inchiodato su una croce fino all’ultimo agonico respiro e all’ultimo battito del tuo cuore.

Tu sei Dio fatto uomo: un neonato, un bambino, un figlio, un giovane uomo, un condannato, un crocifisso, un corpo senza vita che viene sepolto. 

Gesù, sei in croce, accanto a chi soffre, anche se scalando il proprio Calvario chi soffre non riesce a credere che ci sei. 

Ma se fossi io a stare male, se toccasse a me? Se fosse tutto nero? Ti prego Gesù, in ogni momento della mia vita e nell’ora della fine, fa’ che creda in te, vicino a me come uomo dei dolori e Cristo vincitore della morte.

Paola

 

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Scintille / 28

venerdì 26 marzo 2021

 

“In tutti si fa tutto”

 

Chi sono questi “tutti” e cos’è questo “tutto”? Siamo noi e quello che c’è da fare, ma non da soli.

Poco tempo fa mi è arrivato un messaggio da una “collega” catechista; era in risposta al mio di ringraziamento al coro presente alla Cresima e diceva “Ehi, in tutto si fa tutto. Anche a noi piacciono queste celebrazioni”.

Queste parole mi han fatto apprezzare l’essere parte di una comunità. Mi sono accorta così che ognuno aveva messo un po’ del suo: i genitori che hanno sostenuto noi catechiste; i coristi che subito hanno esaudito le nostre richieste; i volontari dell’accoglienza sempre pronti ad offrire il loro servizio ed altri... Alla fine è stato un “lavoro di squadra”, una cosa ordinaria fatta in un tempo straordinario, non comune, diverso, non facile. Oserei dire, quasi una sfida.

Mi piace immaginare il viso di Gesù dietro le quinte che si illumina con un sorriso meraviglioso e soddisfatto ad ogni “sì” che ho ricevuto in questa occasione. Ed io ho il cuore pieno di gratitudine.

Il Vescovo Michele nella sua lettera pastorale “Saldi nella Speranza” scrive: “Se ci aiutiamo a cercarne assieme il significato (delle relazioni e della vita), se non cediamo allo sconforto e alla tentazione dell’individualismo, riusciamo anche a custodire le comunità in cui siamo inseriti e di cui siamo parte, e che vivono solamente con il nostro apporto”.

Rimaniamo, quindi, saldi nella speranza di un “noi” convinto e sincero!

Buona Settimana Santa a tutti!

Antonella Bo.

 

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Scintille / 29

lunedì 29 marzo 2021

 

…del silenzio e del rumore…

 

In questo particolare periodo, per me Facebook e Youtube sono stati delle finestre sul mondo.

Mi sono così imbattuta in un video in cui suor Fulvia Sieni, monaca di clausura a Roma, parlava “del silenzio e del rumore”.

Suor Fulvia racconta di accogliere nel monastero moglie e madri, mariti e padri… insomma persone che dichiarano di essere in cerca di silenzio e di volersi allontanare dai troppi ‘rumori’ che riempiono la loro vita. Secondo lei, in realtà, queste persone hanno bisogno di trovare un equilibrio tra i rumori che sono dentro di loro (e non fuori!) e i silenzi.

Attira la mia attenzione il suo invito al ‘discernimento’ tra i silenzi buoni che aiutano a scrutarsi dentro e i silenzi mortiferi che portano distacco, tra i rumori buoni che creano vita e quelli che invece distruggono ovvero parole dette per ferire l’altro.

Mi ci ritrovo in tutto questo, perché credo che, in fondo, tutti siamo alla ricerca di un equilibrio perché vogliamo stare bene e far star bene coloro che ci amano. Nella vita quotidiana ciascuno è chiamato a fare delle scelte in famiglia, al lavoro, in parrocchia… cosa fare o non fare… cosa dire o non dire… e mi rendo contro che il Signore ci lascia liberi di scegliere e ci accompagna e ci sostiene anche quando cadiamo, come un amico… se gli apriamo il cuore senza paura.

Io benedico questo tempo che mi ha spronato a guardarmi dentro, a dare attenzione al discernimento e chiedo al Signore di vegliare sui miei pensieri e di gridare più forte tutte le volte che non potrò o vorrò sentirlo.

 

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Scintille / 30

martedì 30 marzo 2021

 

“Non per carità ma per giustizia”

don Oreste Benzi.

 

Maria è una bambina che ha iniziato la sua storia troppo presto. La sua mamma, dopo averla partorita molto prematura, ha scelto di non accettare lei e la sua diversità. È stata accolta da una nuova famiglia che appartiene alla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi.

Nonostante le sue mancanze e difficoltà è stata circondata da un amore profondo e un accudimento intenso e famigliare: non solo persone comuni che hanno scelto di amarla e crescerla dandole la dignità che meritava ma un’intera comunità che l’ha amata da famiglia per sette anni.

A causa del Covid, Maria è volata in cielo lasciando un vuoto colmato solo dal ricordo dell’amore che lei ha donato a tutti coloro che le sono stati accanto.

La sua storia mi ha fatta ancor più convinta che l’amore è un dono ma, nella consapevolezza dell’amore che si riceve, dev’essere anche una scelta consapevole che ci porti ad aprire la porta dell’anima, laddove nasce, e che ha bisogno di essere quotidianamente nutrita con gesti semplici e gentili che possono anche sembrare scontati o dovuti ma che nella fedeltà con cui si compiono rivelano che non sono per niente banali.

Michela B.

 

 

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Scintille / 31

mercoledì 31 marzo 2021

 

“Il saggio sulla roccia ha fatto la sua casa, il saggio sulla roccia ha fatto la sua casa e la tempesta arrivava… il vento soffiava, la pioggia cadeva, il vento soffiava, la pioggia cadeva e la sua casa resisteva".

 

La canzone che nostra figlia ha imparato alla scuola dell’infanzia e che puntualmente continua a cantare a casa, mi riporta alla famosa parabola del vangelo di Matteo e a riflettere come davvero gli insegnamenti di Gesù e la preghiera sono le “armi” migliori per sopportare la pioggia e il vento ovvero le difficoltà della vita.

Quando ero piccola e facevo un brutto sogno, di notte correvo da mamma e lei mi faceva il segno della croce sulla fronte. Ricordo la sensazione di tranquillità, pace e protezione che avevo tornando a letto.

Difficoltà e preoccupazioni crescono con noi ma prego perché quelle sensazioni di bambina siano sempre vive e che Dio sia la roccia dove si posa la mia casa soprattutto nei momenti di sconforto e vulnerabilità.

Elisa