XXVI domenica "per annum" - 1 ottobre 2023
a cura di don Giuseppe
Matteo 21,28-32
“È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli” (v. 32).
L’orgoglio di essere meglio degli altri spesso rende stupidamente arroganti, quindi antipatici. L’umiltà di sentirsi peccatori rende semplici ed accettabili anche al cuore di Dio. Essere peccatori vuol dire essere fragili; ma essere superbi vuol dire trovarsi fuori dalla verità. Ed è la verità l’habitat naturale dove crescono i figli di Dio; è la verità che ci rende veri uomini e vere donne fuori da castelli fantasiosi e da culture fasulle e irreali. Il figlio, forse innervosito, risponde al padre con un secco rifiuto; poi, ci ripensa ed ubbidisce. Il figlio diplomatico, e forse falso, si inchina subito al volere del padre e, poi, non fa nulla. L’amore vero è fatto di azione ed è autentico anche dopo ripensamenti o reazioni illogiche ed infantili e, quindi, emotive.
Preghiera
O Padre, sempre pronto ad accogliere pubblicani e peccatori appena si dispongono a pentirsi di cuore, tu prometti vita e salvezza a ogni uomo che desiste dall’ingiustizia: il tuo Spirito ci renda docili alla tua parola e ci doni gli stessi sentimenti che sono in Cristo Gesù.